L’idromele

L’idromele è uno dei fermentati più antichi. In principio era il miele (dimenticati delle mele, non c’entrano un fico). L’uomo primitivo ne scoprì il gusto aspro e dolciastro negli alveari. Forse un giorno capitò che un po’ di miele cadde in una conca su un albero. Ci fu la pioggia e poi il sole. Questa mistura iniziò con il calore a ribollire e qualcuno salì sull’albero e bevve. Nacque così l’idromele? Fu per l’ebbrezza che i popoli gli diedero un’importanza sacra? Chi lo sa…

L’idromele è tanto semplice quanto difficile da gestire in maniera corretta. La fermentazione va accompagnata, controllata, e grazie all’esperienza il prodotto diventa raffinato, unico, con un carattere tutto suo. Diamo importanza alle api, al miele del Malcantone, ai produttori che con passione portano avanti una attività essenziale. Senza api l’impollinazione potrebbe ridursi drasticamente con conseguenze disastrose.

L’idromele di Fermenticino nasce da una amicizia e collaborazione con il mastro birraio Fabio Colombo. La sua grande esperienza è stata essenziale per l’elaborazione di un prodotto fine, di carattere, e soprattutto buonissimo. Da consumare come un vino bianco tiene il paragone con grande dignità. Non ha nulla da invidiare ai migliori vini bianchi in circolazione!

Nell’immaginario sociale è la bevanda degli dei, tipicamente norrena. Ne esistono di infiniti tipi. Il miele si incontra con l’acqua o con la frutta o le spezie, erbe, fiori. Con lieviti specifici si possono ottenere prodotti incredibili, dolci, secchi, gassati naturalmente.

Secondo la filosofia di Fermenticino l’idromele vero non è la “grappa al miele” o un liquore con aggiunta di miele. Il miele deve fermentare con acqua per potersi chiamare tale.

Il gusto è particolare, unico, non siamo abituati al vero idromele ma è una ottima e valida alternativa al vino. Con puro miele biologico malcantonese.

Hildisvini, dal nome del cinghiale da battaglia di Freya nella mitologia norrena, è un idromele con miele del Malcantone, dal gusto unico.